Sede di più di trenta associazioni slave e slovene, l’edificio si componeva di un imponente ingresso, un caffè , un ristorante, un albergo a cinque stelle e un teatro. Non stupisce, dunque, che nel clima nazionalista e irredentista che si respirava a Trieste all’epoca venisse interpretato come una provocazione. Nel 1920, nel silenzio delle autorità e col beneplacito delle forze dell’ordine, si consumò la scena madre dello squadrismo organizzato. L’incendio fascista del Narodni Dom fu un sinistro presagio, un tetro assaggio di quello che il fascismo al potere avrebbe comportato per gli sloveni e l’Europa.
–> Povezava do knjige v slovenščini!